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Dalle Regioni garanzie per quasi tre miliardi

di Marco Morino

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21 ottobre 2008

Sfiora i tre miliardi di euro, secondo un'elaborazione del Sole 24 Ore, l'ammontare dei sostegni finanziari – sottoforma di garanzie del credito, prestiti e altri incentivi – attivati in questi giorni dalle Regioni italiane per aiutare le piccole e medie imprese del territorio a superare gli effetti della crisi finanziaria, che sta colpendo pesantemente anche le realtà più dinamiche e vitali.

Ieri è stato il turno della Giunta regionale del Piemonte a varare un robusto pacchetto anti-crisi, articolato in cinque punti e che dovrebbe sviluppare una leva finanziaria superiore ai 200 milioni. Il primo livello di intervento riguarda la definizione di intese tra amministrazione regionale, sistema dei Confidi e sistema bancario a garanzia del credito a favore della micro e piccola e media impresa. La seconda misura anti-crisi contempla, tramite l'utilizzo del programma comunitario Jeremie, l'istituzione di un fondo di investimenti alimentato dalla Bei che consente all'amministrazione regionale un'eventuale intervento nella ricapitalizzazione di Pmi con un massimo di 250 addetti.

Qualche giorno fa era stato il Veneto a lanciare un "Piano di supporto finanziario straordinario a sostegno del sistema economico". «La Regione – aveva spiegato il presidente Giancarlo Galan – intende dare una risposta forte alla crisi finanziaria, intervenendo con una quota propria di 3,6 milioni di euro a favore delle aziende venete». Grazie a queste misure straordinarie, il consorzio Neafidi potrà promuovere un circuito virtuoso di nuove linee di finanziamento che permetterà alle aziende venete di accedere al mercato del credito per ulteriori 300 milioni di euro. «Il rischio infatti – ha aggiunto Galan – è che le imprese si trovino a fronteggiare da un lato un'insufficiente quantità di credito, dall'altro aumenti di costo, tali da compromettere la tenuta del sistema economico regionale».

I piani anti-crisi più robusti, pari entrambi a un miliardo di euro, sono quelli messi in campo da Lombardia e Lazio. Sia il piano lombardo sia quello laziale sono basati sulla creazione di un fondo di garanzia come strumento per agevolare l'accesso al credito delle piccole e medie imprese. Piero Marrazzo, governatore del Lazio, ha annunciato l'avvio di un comitato tecnico di emergenza per il credito, nel quale le imprese avranno una loro rappresentanza. «Abbiamo analizzato gli strumenti a disposizione – ha detto Marrazzo – e pensiamo di poter garantire, all'inizio, un credito alle Pmi per circa un miliardo di euro». In Lombardia, oltre che un intervento sui fondi di garanzia, necessario per stimolare le banche a finanziare le imprese, Roberto Formigoni ha anche in mente un'alleanza da stringere con il sistema bancario lombardo per «ritarare i finanziamenti che Regione Lombardia concede alle imprese». Ma tutto questo, nelle intenzioni di Formigoni, è solo l'inizio di un percorso: «Altri interlocutori che vogliamo avere sono Bei e Cassa depositi e prestiti».

Strategia analoga in Toscana, dove la Regione si è mossa con tempestività per contrastare la temuta stretta creditizia per le imprese. La Regione ha deciso di potenziare i fondi di garanzia, una misura che permetterà alle imprese toscane di accedere a finanziamenti agevolati per circa 500 milioni di euro. La Puglia ha appena annunciato, tra i i vari interventi, l'istituzione di un fondo di garanzia da 50 milioni per sostenere le Pmi pugliesi (si veda Il Sole 24 Ore di domenica scorsa). Anche la Valle d'Aosta non sta a guardare. Il Governo regionale – ha spiegato il presidente, Augusto Rollandin – intende agire su tre filoni distinti: approvare azioni legislative mirate, istituire nel bilancio di previsione 2009 un fondo polmone per affrontare le emergenze (dell'ammontare di 3 milioni di euro) e per sostenere le iniziative legislative, accelerare i tempi di pagamento delle fatture che le imprese presentano alla Regione.

marco.morino@ilsole24ore.com

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